Due campanili in eterna lotta, un odio mai domo: Pisa-Livorno.
- baldifederico
- 22 dic 2017
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Oggi siamo in Italia, in Toscana per l’esattezza, la rivalità che andremo ad approfondire però non è solamente un antagonismo sportivo, ma un vero e proprio odio che sussiste tra due città: Pisa e Livorno. Pisa con i suoi 421mila abitanti è oggi una città colta e ricca di storia, Livorno invece conta circa 160mila persone, centro rurale, schietto e diretto che fa del suo porto una delle maggiori ricchezze; ed è proprio il porto, oggi di Livorno, una delle cause dell’inimicizia tra le due città: nel Medioevo infatti il porto livornese apparteneva a Pisa, fiorente repubblica marinara, aristocratica e potente, solo dopo l’acquisizione da parte di Firenze delle due città, Livorno riuscì ad emergere come entità autonoma; fu la famiglia de’ Medici ad investire su la città labronica, in particolare sul porto, rendendolo uno dei più importanti d’Italia, ed innalzando la città con importanti investimenti, ciò indispettì di molto i pisani, che da quel momento iniziarono ad odiare tanto la famiglia Medici, quanto la città di Livorno.

Le diversità tra le due città, pur così vicine geograficamente, si ripercuotono anche da un punto di vista ideologico: Pisa è da sempre una città intellettuale, colta, ricca di storia e sede universitaria, la sua piazza dei miracoli, con annessa torre pendente, la rende una delle città più affascinanti d’Italia e non solo; Livorno invece è una città rurale, contraddistinta da un orientamento politico prevalentemente di sinistra, storicamente multietnica, che da sempre ospita minoranze etniche e politiche, vivendo essenzialmente di commercio portuale: insomma il classico scontro di classe, i signori contro i popolani. Inutile dire che una rivalità così profonda si ripercuota anche in campo sportivo, calcistico prevalentemente, è a partire dal 1915, anno di fondazione dell’”A.S. Livorno calcio” (risultato della fusione tra “Spes Livorno” e “Virtus Juventusque “) ed anno a partire dal quale inizia la rivalità con l’”A.C. Pisa calcio” nata sei anni prima: una rivalità che deve attendere fino al 1921 per accendersi sul terreno di gioco, è infatti quella 1920-21 la prima stagione che vede di fronte Pisa e Livorno, si gioca nella 1° Categoria italiana (massima serie in quel periodo) ed è il Pisa ad avere la meglio, sia all’andata che al ritorno; il Livorno deve aspettare il 1936 per ottenere la sua prima vittoria e lo fa in Serie B.

Nella stagione 1951-52 le due squadre, fino a quel momento militanti nel massimo campionato italiano, retrocedono assieme in Serie B, ma è nel 1958 che accade un importante episodio che alimenta la rivalità: si gioca a Pisa, il Livorno è avanti 0-2, all’improvviso scoppia un temporale, il campo si allaga, il Pisa vuole sospendere la partita, il Livorno vuole giocare, l’arbitro accetta la richiesta pisana, in campo succede il finimondo, scoppia una rissa, volano calci e pugni, il bilancio sarà di ben 12 squalificati, sospensione di sei mesi per l’allenatore del Pisa ed ingenti multe per le società. Ma non è finita, l’anno dopo è ancora campo allagato, ma questa volta la colpa non è del temporale, è l’allenatore del Pisa che ordina di accendere gli irrigatori per rovinare il campo e danneggiare il gioco più tecnico che caratterizzava gli avversari, l’epilogo non fu diverso, ancora rissa, ancora calci, ancora pugni e ovviamente ancora squalifiche.

Per provare a stemperare la tensione si dovette arrivare alla stagione 1991-92, il presidente del Pisa Romeo Anconetani, ebbe la brillante idea di progettare una fusione tra le due società, secondo i suoi piani la nuova squadra, che si sarebbe dovuta chiamare “Pisorno”, avrebbe potuto ambire, grazie al suo bacino di utenza, ai vertici del calcio italiano, il progetto prevedeva anche la costruzione di un nuovo stadio, che sarebbe sorto a San Piero a Grado, paese al confine tra le due città; per mostrare la sua voglia di realizzare la fusione, il presidente fece anche disputare una gara di Coppa Italia del Pisa, allo stadio “Armando Picchi”, di Livorno, i tifosi ovviamente non gradirono, e anche quell’occasione fu teatro di scontri fuori dallo stadio tra le due tifoserie, episodio che convinse definitivamente Anconetani a desistere.
Livorno e Pisa fallirono poi rispettivamente nel 1991 e nel 1994, ma la rivalità tra le due compagini non cessò assolutamente mai di esistere, tanto che nel 1999, tremila tifosi livornesi, in trasferta a Pisa, danneggiarono il centro storico e si scontrarono con la polizia, ribadendo ancora una volta che nonostante i soli 19km che dividono le due città, Pisa e Livorno distano idealmente tra loro anni luce. Oggi le due squadre militano entrambe in Serie C (Girone A), ma ogni volta che si scontrano, non importa quale sia lo scenario, né quale sia la categoria, in campo e sugli spalti si mostra tutto quell’astio accumulato dal Medioevo fino ad oggi, perché Pisa e Livorno, pisani e livornesi, continueranno ad odiarsi, ieri come oggi, probabilmente per sempre.


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