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Oltre il Calcio

  • Immagine del redattore: Leonardo Burberi
    Leonardo Burberi
  • 10 dic 2017
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 15 dic 2017

Intervista a un (non) ultras delle Pallacanestro


Il Calcio è lo sport che in Italia e in Europa monopolizza quasi del tutto l’ attenzione mediatica, rendendo lo spazio dedicato agli altri sport davvero risicato. Quando sfogliamo uno dei principali quotidiani sportivi nazionali bisogna scorrere almeno trenta o quaranta pagine prima di trovare la prima vera notizia di un qualsiasi sport che non sia il tanto amato football. Ho allora deciso di raccontare in questo mio spazio

l’ intervista che ho fatto a Marco Breschi, uno dei membri più attivi e in vista della Baraonda Biancorossa la tifoserie organizzata del Pistoia Basket, una delle più prorompenti all' interno del panorama italiano del tifo organizzato della pallacanestro, per farvi raccontare come si vive in Italia il tifo quando esso non è sempre sotto i massicci riflettori mediatici del calcio.


Leonardo Burberi: Ciao Marco e grazie per il Tempo che mi hai concesso! Marco Breschi: Figurati.


LB: Allora iniziamo subito con la prima domanda partendo ovviamente dalle basi: Cos’è la Baraonda Biancorossa e da quanto ne fai parte? MB: La Baraonda Biancorossa è un gruppo nato nel 2009 e dal quel momento è il punto di riferimento per quanto riguarda il tifo organizzato della curva del Pistoia Basket. Personalmente sono entrato a far parte del gruppo praticamente fin da subito, andando la domenica in curva a sostenere la squadra anche se in realtà ho cominciato a partecipare attivamente alle attività quotidiane del gruppo solo negli anni successivi.



LB: All’ interno della Baraonda che tipo di persone ci sono? MB: All’ interno della Curva vi sono persone di ogni età, e negli anni è andata sempre più a crescere soprattutto grazie alla presenza di numerosi ragazzi che hanno preso parte attivamente alle attività organizzate dalla tifoseria.


LB: Vi rispecchiate nel termine “Ultras”? MB: La Baraonda non si è mai definita come gruppo di ultras, siamo nati come un qualcosa di diverso. Si può dire che noi siamo una “terza via” tra i normali tifosi e i gruppi ultras, cercando di avvicinare alla curva del palazzetto chiunque non si rispecchi nel termine ultras ma che comunque non voglia vivere la partita in modo passivo.


LB: Quali sono le attività che una tifoseria organizzata svolge prima, dopo e durante le partire? MB: Le nostre attività non sono svolte “prima, dopo e durante le partite” ma durante tutto l’ arco della settimana, in quanto gestire un gruppo nella sua totalità richiede una grossa quantità di tempo. Ci riuniamo settimanalmente per discutere i temi del giorno, che possono essere l’ organizzazione degli eventi, le coreografie da mettere in atto durante le partite, le trasferte, ecc. Il giorno della partita solitamente ci troviamo 2 ore prima della palla a due (nel basket il momento in cui inizia la partita ndr) per avere modo e tempo di organizzare tutta la curva: preparare le bandiere, gli striscioni, i tamburi e i megafoni. La Baraonda Biancorossa si occupa anche della vendita all' interno delle aree dedicate del palazzetto del proprio Merchandising, anch' esso gestito completamente all' interno della Curva. Durante lo svolgimento della partita ognuno ha dei compiti precisi: ci sono persone che si occupano di lanciare i cori mentre altri mettono in scena le coreografie. Quando invece la squadra gioca in trasferta, ci occupiamo anche di gestire la logistica e tutta la parte dei trasporti, come ad esempio la prenotazione degli autobus, inoltre contattiamo le società sportive che ci ospiteranno per prenotare il numero dei biglietti da riservare per il settore ospiti o richiederne di extra rispetto a quelli che ci vengono normalmente assegnati. Quando invece la partita finisce, facciamo il lavoro inverso: dobbiamo raccogliere tutto il materiale portato in curva e portarlo nella nostra stanza del palazzetto dove lo teniamo e ricontrolliamo che non ci sia da aggiustare le bandiere o da cambiare le pile ai megafoni.



LB: Come si vive il tifo organizzato in realtà più piccole (come la pallacanestro) rispetto magari alle tifoserie calcistiche? Anche nella pallacanestro vi sono curve caratterizzate da precise ideologie politiche? MB: Diciamo che i compiti e le attività da svolgere non variano in base alla dimensione della tifoseria organizzata, soprattutto se confrontiamo realtà come il nostro gruppo (la Baraonda Biancorossa ndr) e le curve calcistiche che richiedono anch’ esse una minuziosa organizzazione.

Ciò che realmente cambia è il numero delle persone da gestire: per il basket serve un numero minore di persone all' interno di quello che può essere definito il Direttivo che gestisce l’ intera Curva, mentre magari nel calcio c’è bisogno di un numero molto più elevato di persone all' interno dello“zoccolo duro” della tifoseria organizzata. Sulla questione politica diciamo che anche nel basket ci sono curve politicizzate come ad esempio il gruppo degli Arditi della Pallacanestro Varese, contraddistinto da una matrice di estrema destra. Per quanto riguarda noi riteniamo che la politica debba rimanere lontana da quello che è il mondo del tifo, in quanto sono cose che non hanno niente a che spartire: nel nostro gruppo non ci sono e non ci devono essere ideologie caratterizzanti.


LB: Quanta influenza avete, come tifoseria, sulle scelte della società sportiva? Questa domanda è in relazione al fatto che ad esempio nel calcio le tifoserie hanno un forte impatto sulle decisioni dei singoli club. MB: Guarda secondo me ultimamente anche l’ influenza che le tifoserie calcistiche hanno sui singoli club sta divenendo sempre più limitata, figurati quella della nostra realtà. Non esistono rapporti che vadano aldilà della semplice conoscenza tra la società e la Curva, loro non influenzano noi e noi non influenziamo loro. Abbiamo sempre voluto che le due cose fossero ben separate. In altre realtà cestistiche italiane invece vi sono gruppi che fanno forte appoggio sulla società, soprattutto per quanto riguarda l’ organizzazione mentre noi siamo sempre rimasti autonomi. Mi sono dimenticato di dire che tra di noi è la società sportiva esiste comunque un ottimo rapporto.



LB: Cosa pensi dell' attuale Lega Basket e cosa pensi si dovrebbe cambiare? MB: Analizzando la questione dal punto di vista della tifoseria, ciò che in questo momento più ci infastidisce e ci crea problemi delle decisioni prese ultimamente dalla lega è quello di affidare la trasmissione di molte partite ad un emittente privato come Eurosport. Ciò ha causato, a differenza di quanto accadeva in passato, che adesso le partite non sempre si giocano al consueto orario domenicale, ma vengono spostate in base all’ orario che potenzialmente potrebbe permettere più visibilità all’ emittente (e non alle Lega), per questo dall’ inizio dell’ attuale stagione abbiamo giocato solamente due partite al normale orario domenicale, mentre le altre sono state giocate ad orari o giorni che hanno creato non pochi problemi all’ organizzazione della tifoseria, e come se non bastasse le comunicazioni dello spostamento degli orari delle partite avvengono con poco preavviso e per questo spesso e volentieri le attività della Curva devono essere riviste e riorganizzate in tempi brevissimi.


LB: Secondo te molti sport che in Italia vengono considerati "minori" come potrebbero arrivare al grande pubblico monopolizzato dal calcio? MB: Per quanto riguarda la crescita di uno sport che al momento è definito minore come appunto il basket penso che la via intrapresa dalle lega, ovvero trasmettere la maggior parte delle partite attraverso pay tv, non sia la giusta strada da percorrere perché tutto ciò impedisce che persone non ancora appassionate di pallacanestro possano farlo, visto che ci sono poche possibilità di vederla in chiaro, nonostante sia rimasta una diretta domenicale alla Rai. Discorso analogo per quanto riguarda la nazionale: le partite vengono sempre ed esclusivamente trasmesse su reti Sky e di conseguenza seguita solamente da persone che sono già appassionate di basket. Un’ altra via che la Federazione dovrebbe percorrere è quello di attirare i ragazzi in età scolare con iniziative all’ interno delle scuole, nonostante ad oggi molte scuole basket che dovrebbero essere il motore del movimento cestistico italiano non sono agevolate per via della mancanza di impianti e sostegno sia a livello statale che a livello della Federbasket.


LB: Ultima domanda e poi ti lascio andare, Cosa ha seconde te in più il calcio rispetto agli altri sport? MB: Se dobbiamo dire cosa ha in più il calcio rispetto al basket, ovviamente esso ha una cultura e una tradizione molto maggiore in quanto è da sempre lo sport nazionale e di conseguenza ha una visibilità maggiore, per cui il bambino che inizia a fare sport solitamente lo fa col calcio. Inoltre il calcio in Italia è fortemente favorito all’ interno dei media, basti pensare alle trasmissioni sportive in cui in realtà si parla esclusivamente di calcio, oppure prendiamo il più famoso quotidiano sportivo nazionale la Gazzetta dello Sport che dedica al calcio quasi tutte le pagine a propria disposizione, mentre gli altri sport sono sempre relegati nelle ultime pagine. Questi a mio parere sono i motivi per cui sport diversi rispetto al calcio attecchiscono male in Italia.


LB: Marco abbiamo finito, ti ringrazio per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il proseguimento della stagione! MB: Grazie a te!


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