Rugby, città rivoluzionaria
- Simone Gaspari
- 19 gen 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Il Rugby è uno degli sport di squadra più duri e fisici del mondo. Nonostante l’elevata quantità di scontri fisici che si hanno durante gli incontri, il rugby è anche uno degli sport di squadra dove salta subito all’occhio come il rispetto per l’avversario sia messo al primo posto. Non vedrete mai, salvo rari casi, di strascichi di risse iniziate in campo continuare dopo la fine degli 80 minuti di gioco (sebbene i presupposti ci sarebbero tutti, soprattutto dopo aver preso così tante botte).
E invece, la partita inizia e finisce in campo, ciò che dice l’arbitro è legge, le proteste sono al minimo e alla fine del match, ci si concede perfino il terzo tempo, durante il quale i giocatori (e spesso anche le famiglie e i tifosi) delle due squadre passano del tempo insieme, per fare gruppo e per mangiare qualcosa insieme. Qualcosa che difficilmente si vede in altri sport.

Ora, la prima immagine che probabilmente ci salta in mente se parliamo di rugby, sono loro, gli All Blacks. Questo è il soprannome della nazionale della Nuova Zelanda, la nazionale più forte che si possa incontrare su un campo da rugby, dovuto alla tenuta che indossano quando scendono in battaglia (tutta nera, appunto). La loro forza e la loro caratteristica danza maori, la Haka, è in grado di incutere timore a qualsiasi avversario, rendendo difficile poi l’intero incontro, che spesso vede trionfare i neozelandesi. Nonostante lo strapotere della nazionale degli All Blacks, è interessante sapere come la nascita di questo sport vada ancora una volta ricercata nel vecchio continente, in Europa e, per la precisione, in Inghilterra.
Già, perché come spesso è accaduto, la storia di questo sport comincia in terra d’Albione, in maniera del tutto casuale se vogliamo. Leggenda vuole infatti che nella cittadina inglese di Rugby, nella contea di Warwickshire, uno studente dell’università della cittadina fondò casualmente il gioco del rugby. All’epoca, infatti, si praticava già uno sport precursore di tutti gli sport con il pallone, il football, molto diverso da come lo conosciamo noi e mancante ancora delle Sheffield Rules. Per football infatti, gli inglesi intendevano tutti gli sport giocati “con i piedi per terra”, non necessariamente col pallone trai piedi, che li distinguevano dagli sport da “ricchi”, giocati per lo più a cavallo. Fu così che, nel 1823, questo studente di nome William Webb Ellis, durante un match di football, raccolse la palla con le mani e iniziò a correre verso la linea di fondo campo avversaria, schiacciandola oltre quest’ultima. Quel gesto quasi liberatorio e probabilmente involontario, attirò però l’attenzione di molti dei presenti convincendole a praticare quel pionieristico “sport”.

La mancanza di regole uniformi, in seguito, provocò una grande scissione nel 1863, che divise questo sport in due correnti, una delle quali sarebbe andata poi a fondare il calcio vero e proprio.
Coloro che vollero mantenere le regole originali del rugby fondarono invece, nel 1871, la Rugby Football Union.
Lo sport del rugby si espanse in seguito in tutto il Regno Unito, arrivando in Scozia, e proprio qui ha sede quello che è il primo vero incontro ufficiale internazionale di rugby, che vide i padroni di casa scontrarsi contro i “cugini” inglesi. La partita vide uscire sconfitti i fondatori della disciplina, gli inglesi, in favore degli scozzesi con il risultato di 4 a 1. La partita si giocò a Raeburn Place, uno stadio di cricket situato ad Edimburgo, vista la mancanza di un impianto ufficiale da rugby, di fronte a ben 4.000 spettatori, un numero tutt’altro che piccolo per l’epoca. Il risultato della partita fu quasi sorprendente, lasciò l’amaro in bocca agli inventori del rugby, che si vendicarono nella rivincita di Londra sconfiggendo gli scozzesi per 8 a 3. Come spesso accade, nacque una rivalità tra le due nazionali, rivalità tutt’ora accesa e che sfoga tutto il suo furore durante gli incontri internazionali tra queste due squadre. Perché si sa, tra inglesi e scozzesi non corre buon sangue, così ogni ragione è buona per dimostrare la propria supremazia, almeno sul campo.

Insomma, le radici di questo sport sono meno profonde di quanto si possa pensare e vano ricercate nell’ingenuità e nella spensieratezza di uno studente, come nel caso del calcio, che con un gesto involontario e del tutto naturale, ha dato vita ad uno degli sport più affascinanti di tutto il Mondo. E, in onore di William Webb Ellis, fu eretta una statua di bronzo dinnanzi alla scuola dove, nel lontano 1823 fu inventato il grande sport del rugby.
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